Il padre di Valerio Scanu è morto l’anno scorso a causa del Covid e il dolore per il cantante e la sua famiglia è ancora enorme.
Valerio Scanu è diventato famoso nel 2008 quando è entrato a far parte della scuola di Amici di Maria De Filippi. Nonostante la vittoria mancata, nei primi anni il cantante ha riscosso un grande successo e ha anche avuto la sua rivincita quando nel 2010 ha trionfato al Festival di Sanremo.
Dopo però la sua fama è andata via via diminuendo; Valerio si è riciclato partecipando a vari programmi come L’Isola dei Famosi e Il cantante mascherato, ma la sua attività musicale è diminuita molto; intanto però si è dedicato anche ad altre sue passioni, come quella per il mondo beauty, rendendole un lavoro.
Negli ultimi mesi purtroppo Scanu ha subito un duro colpo a causa della morte prematura del padre Antonio che aveva contratto il Coronavirus. Recentemente il cantante è stato ospite di Oggi è un altro giorno di Serena Bortone e qui si è raccontato al pubblico e ha parlato anche del grande dolore che ha affrontato insieme alla famiglia.
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Gioie e dolori
Valerio Scanu ha parlato degli inizi della sua carriera, quegli anni intensi e pieni di soddisfazioni in cui si è formato come cantante, accennando anche al carattere forte che è sempre stato uno dei suoi tratti distintivi.
“Ero un pupo, ma già una iena. Sono corretto, ma ogni tanto bisogna pensare che non tutti attorno lo sono e bisogna difendersi; anche in questo mondo dello spettacolo io non ho mai sgomitato. Ricordo che ero un diciannovenne in un frullatore, non avevo tempo di fare niente. Avevo già fatto gavetta, ho iniziato a fare piano bar già a dieci anni e poi Amici, ma l’esperienza era del tutto diversa”, ha detto.
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E probabilmente quel carattere forte Valerio lo ha ereditato da papà Antonio con il quale il cantante aveva un legame strettissimo. Ancora oggi Scanu non si capacita di come suo padre abbia potuto andarsene così in fretta ed improvvisamente e la sua morte è una ferita ancora aperta.
“Per me è ancora tutto assurdo. Quando è andato in ospedale per la polmonite interstiziale abbiamo fatto una chiamata a cui ha risposto e minimizzava. Il giorno dopo è stato trasferito in una seconda struttura e stava ancora bene. A un certo punto ha smesso di rispondere al telefono […] La situazione è precipitata da un giorno all’altro. Mi hanno chiamato di notte dicendo che non c’era ormai nulla da fare”, ha raccontato Valerio.