Chi era Vincenzo Muccioli, il fondatore di San Patrignano

Vincenzo Muccioli fu il fondatore della Comunità di San Patrignano e la sua figura è avvolta da luci ed ombre, proprio come recita il titolo della nuova serie di Netflix SanPa. 

Vincenzo Muccioli San Patrignano
San Patrignano oggi durante un evento – Fonte: Instagram

SanPa è nella Top10 delle serie di Netflix più viste in Italia questa settimana. É uscita il 30 dicembre la docu-serie in 5 episodi il cui titolo integrale è SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano. Attraverso testimonianze ed immagini di repertorio viene ricostruita la storia della Comunità di San Patrigrano, il centro per tossicodipendenti fondato da Vincenzo Muccioli nel 1978. Scopriamo di più sul suo controverso personaggio.

 

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Chi è Vincenzo Muccioli

Vincenzo Muccioli era un imprenditore italiano che amava la vita di campagna. Un uomo autoritario, carismatico ma anche sensibile. Tra gli anni 60 e 70 si trasferì con la famiglia nel podere donatogli dai parenti della moglie; il nome del podere era  San Patrignano e si trovava nel comune di Coriano, in provicincia di Rimini. Negli anni Muccioli si appasionò all’omeopatia, alla pranoterapia e persino al paranormale.

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L’origine di San Patrignano

San Patrignano Vincenzo Muccioli
Fonte: Getty Images

Nel 1978 Muccioli fa una scelta che cambierà la sua vita. Le droghe in Italia in quel periodo storico sono sempre più economiche e diffuse, soprattutto l’eroina, così quando la sorella di un amico cade nel tunnel della dipendeza, decide di portarla a San Patrignano per aiutarla a disintossicarsi. Da lì l’idea di fondare una comunità che diventerà una delle più grandi d’Europa.

Una figura controversa

Vincenzo Muccioli è stato, tra gli anni 80 e 90, un personaggio molto discusso dalla cronaca. Ciò che destava maggior scalpore era il metodo molto rigido che usava con i ragazzi della comunità. San Patrignano si fondava per Muccioli sull’obbligo e sul lavoro: chi non obbediva veniva punito e tutti dovevano lavorare duramente per mandare avanti la comunità. L’organizzazione era di tipo militare ed ogni aspetto della vita degli ospiti  veniva controllato.

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I processi

I suoi metodi valsero a Muccioli due processi. Il primo nel 1984 quello noto come “processo delle catene”, quando una ragazza fuggita da San Patrignano lo accusò di averla tenuta rinchiusa per 16 giorni in una piccionaia. Il secondo processo nel 1994 per l’omicidio di Roberto Maranzano. Nel primo caso venne assolto e nel secondo se la cavò con otto mesi di carcere per l’accusa di favoreggiamento.

Nonostante ciò, i due processi portarono alla luce alcuni eventi accaduti a San Patrignano che contribuirono a crearne la triste fama. Le testimonianze, come possiamo vedere anche nella serie SanPa, parlano di ragazzi incatenati, morti per pestaggio, suicidati. Ma oltre questo c’era di più. Dall’altra parte della medaglia stavano i centinaia di ragazzi salvati dalle droghe, l’appoggio di personaggi influenti, le persone che avevano visto in San Patrignano la loro salvezza.

La morte

Un personaggio controverso in vita lo rimane anche nella morte. Vincenzo Muccioli morì nel 1995 a soli 61 anni e le cause della sua morte non furono mai riportate ufficialmente. Sui giornali si scrisse che la morte fu dovuta al peggioramento della sua malattia, l’epatite C. Alcuni pensano che avesse contratto l’AIDS da qualche tossicodipendente della sua comunità. Sul mistero non si è mai fatto luce. Una volta messa da parte la sua figura però, fuori dai riflettori, la Comunità di San Patrignano ha prosperato nelle sapienti mani del figlio di Muccioli, Andrea e ancora oggi aiuta centinaia di persone a cambiare la loro vita.

 

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