Rosalinda Celentano, il segreto dietro la cicatrice sul volto: un passato orribile

La figlia più piccola di Celentano, Rosalinda, ha avuto una vita complessa segnata dalla dipendenza e dall’autolesionismo.

Rosalinda Celentano dipendenza alcool autolesionismo
Rosalinda Celentano – Fonte: Instagram

Rosalinda Celentano è la figlia più piccola di Adriano Celentano e Claudia Mori. Dopo aver tentato di seguire le orme del padre diventando una cantante, ha deciso di cambiare strada ed ha iniziato a lavorare soprattutto come attrice; ricordiamo per esempio le sue interpretazioni in La passione di Cristo, Tutte le donne della mia vita, Il ragioniere della Mafia, Nati 2 volte. In questa stagione televisiva ha partecipato a Ballando con le stelle.

La sua è sempre stata una personalità molto controversa che l’ha portata a vivere la vita intensamente e a soffrire di disturbi e dipendenze. La sua storia d’amore più importante infatti, quella con l’attrice Simona Borioni è finita a causa dell’alcool, un vizio che aveva completamente risucchiato Rosalinda.

“Erano giornate orrende. Le droghe e l’acool fondamentalmente, dopo averti per un attimo raccontato una menzogna, amplificano quel dolore che provi e il tuo bisogno d’amore”, ha spiegato la Celentano raccontando la sua esperienza al programma Belve.

LEGGI ANCHE >> Diletta Leotta, oltre il calcio c’è di più: nuovo progetto roboante

L’autolesionismo

Proprio durante l’intervista con Francesca Fagnani per il programma Belve, Rosalinda Celentano ha anche confessato un’altra parte del suo difficile passato: l’autolesionismo, il dolore fisico che si infliggeva pur di sentire qualcosa. Oggi infatti sulla sua guancia destra c’è una lunga cicatrice che Rosalinda si è procurata in uno di quegli attacchi: “Non è la sola ferita. Sono stata un’autolesiva, è una patologia. Mi sono deturpata con un bisturi perché quando faccio le cose le faccio bene”.

LEGGI ANCHE >> Elisabetta Canalis, il dolore più grande: “Non si è mai veramente pronti”

In seguito la Celentano ha spiegato qual era la sensazione che la spingeva a farsi del male, il bisogno di liberare quel dolore che non riusciva a far uscire in nessun altra maniera: “Facevo fatica a piangere e il dolore dello spirito era più forte di quello fisico. C’è stato un momento molto lungo in cui non credevo più a niente e non vedevo l’ora di fare il salto. Non avevo paura di morire, adesso invece la morte mi fa paura. Ma fino a tre anni fa la morte è sempre stata la mia vera compagna”.

Impostazioni privacy