Fiducia al Governo con 156 sì, cosa è successo in Senato e i possibili scenari

La riunione al Senato si è conclusa con 156 sì, ma questa maggioranza non basta al Governo. Ecco cosa è successo e quali saranno gli scenari possibili.

Senato
Senato (Getty Images)

Si è conclusa ieri sera la riunione dei ministri in Senato. Conte si conquista 156 sì, ma una maggioranza ‘raccogliticcia’ non basta al Governo italiano, bisognerà interpellare il Colle. I no sono stati 140, con 16 astenuti. Come aveva già dichiarato Renzi c’è stato il silenzio assordante di Italia Viva. Ancora una volta Bellanova ha partecipato all’astensione al voto.

La votazione è avvenuta per appello nominale. Forza Italia si è riproposta con il No, ma ci sono state alcune eccezioni, come per esempio Maria Rosaria Rossi. Una presa di posizione particolare in quanto esponente del partito d’opposizione. Forti le dichiarazioni di Salvini al Tg1: “Se hanno qualche voto in più è grazie a due di Forza Italia che hanno votato come i 5s e hanno votato i senatori a vita, ditemi voi se questo minestrone può portare avanti l’Italia”, e ha aggiunto poi: “Ci rivolgeremo a Mattarella“.

Sembrano tutti d’accordo sul colloquio con il Colle, Mattarella dovrà decidere su una situazione che continua a complicarsi. I risultati non sono stati quelli sperati, ma Conte è speranzoso, considera i risultati una base da cui partire. Ha parlato del momento del Recovery plan, quando è stato tutto rimandato per 40 giorni: si è espresso in merito sottolineando il comportamento non accettabile di Renzi, il Governo chiedeva un confronto ma ciò non è stato possibile e adesso ci ritroviamo indietro a tutti gli altri paesi sulla questione Recovery.

“Molte osservazioni hanno riguardato il nostro calo del Pil e la consistenza dei ristori. Non corrisponde affatto al vero che l’Italia sia prima per caduta più forte del Pil. Nonostante siamo stati colpiti per primi dalla pandemia nei primi tre trimestre del 2020 il calo tendenziale del Pil è stato lo stesso che in Francia, inferiore alla Spagna e al Regno Unito”, ha poi aggiunto Conte.

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La discussione e i possibili scenari

Giorgia Meloni senato
Giorgia Meloni Senato (Getty Images)

“Sul Recovery occorreva un confronto, un momento collegiale, perché restava il problema di scelte strategiche, tirare fuori la politica, dare una visione. Ma il confronto collegiale si può fare anche con toni tranquilli e leale collaborazione.” Ha asserito Conte.

“Lei ha avuto paura di salire al Colle perché ha scelto un arrocco che spero sia utile per lei ma credo sia dannoso per le istituzioni”, ha sentenziato invece Renzi. “La crisi istituzionale non è aperta ma l’Italia vive una crisi sanitaria ed economica, sono mesi che chiediamo una svolta, non è vero che siamo stati irresponsabili, siamo stati fin troppo pazienti”.

Questa la sintesi dei due schieramenti. Se da una parte Conte sperava di concludere in serata la situazione ‘crisi di Governo’, dall’altra l’opposizione sperava una dimissione del Premier. Non c’è stato vincitore. Da ora in poi i possibili scenari tendono a restringersi: Conte spera di racimolare una maggioranza che porti avanti il Governo per non incidere ancora di più sulla situazione drammatica che il paese sta vivendo.

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Dall’altra parte l’opposizione sembra scioccata del probabile avvenire, proprio per questo chiede confronto con il Presidente per discutere sul da farsi. Senza le dimissioni di Conte sarà improbabile arrivare ad un cambio di Governo, soprattutto per la situazione di incertezza che si trovano a vivere gli italiani. Sarà possibile chiamare le elezioni? Questo verrà deciso solo dopo la discussione al Colle. Da qualsiasi punto di vista la si guardi la condizione italiana rimane tragica.

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