L’utilizzo di Whatsapp soggetto a divieti davvero insoliti: ecco dove l’app è stata bandita del tutto
Ormai da tempo, come sappiamo bene, Whatsapp è entrata a far parte integrante delle nostre vite. Si tratta di uno strumento di cui non sapremmo più immaginare di fare a meno.

Del resto, parliamo della più celebre app di messaggistica al mondo, quella che ha rivoluzionato totalmente il nostro modo di comunicare. Il cui sviluppo è andato di pari passo con i social network, che hanno rappresentato forse la novità più importante dell’ultimo ventennio a livello di interazioni sociali.
Soltanto adesso, da un po’ di tempo, Whatsapp sta iniziando a strutturarsi maggiormente come un social, avendo ancora le sue funzionalità principali nella comunicazione tra un utente e l’altro o tra gruppi di utenti. Anche così, comunque, la sua presenza è capillare su tutti gli smartphone e gli Iphone. Grazie a questa app, possiamo scambiare messaggi, contenuti audio e video, documenti, con i contatti della nostra rubrica in maniera rapidissima e intuitiva.
Per chi si è abituato a usarla non soltanto in maniera quotidiana, ma più e più volte al giorno, rinunciarvi adesso sarebbe impossibile. Eppure, c’è un ambito in cui il suo utilizzo è stato strettamente vietato. Incredibile, ma vero.
Whatsapp bandito dalla Camera degli Stati Uniti: ecco il motivo
Parliamo di quanto sta accadendo negli Stati Uniti e in particolar modo nella Camera dei Rappresentanti, vale a dire la camera bassa del Congresso.

La notizia sorprendente è stata diramata qualche giorno fa dall’Office of Cybersecurity, che tramite un promemoria interno ha bandito l’utilizzo di Whatsapp da tutti i dispositivi in dotazione alla Camera. Le motivazioni sarebbero da ricercare in ragioni di sicurezza: il problema sarebbe rappresentato da “eccessiva opacità nella gestione dei dati, rischi per la sicurezza degli utenti, assenza di cifratura a riposo“.
Le procedure di sicurezza di Whatsapp, insomma, non sarebbero ritenute sufficienti dai deputati USA. L’invito è di rivolgersi ad altre piattaforme che a loro parere garantirebbero maggiore privacy nelle comunicazioni, come Microsoft Teams, Signal, iMessage e FaceTime.
L’accaduto ha inevitabilmente generato discussioni e polemiche. Innanzitutto da parte di Meta, azienda proprietaria di Whatsapp, che ha annunciato di non condividere e anzi di contestare duramente la decisione, ribadendo l’efficacia della crittografia end-to-end come sistema di sicurezza.