Sono ufficialmente arrivate le dimissioni di Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito: l’annuncio con un discorso alla nazione

La decisione sembrava essere nell’aria da ormai diverso tempo ma solo in queste ore è divenuta ufficiale. Attraverso un discorso alla nazione, Boris Johnson ha infatti comunicato la sua scelta di lasciare la guida del partito conservatore, attuale forza di maggioranza nel Parlamento inglese.
Una scelta quasi forzata e dovuta ai numerosi scandali che lo hanno travolto nel corso degli ultimi anni. Tutta una serie di ostacoli che hanno spinto anche numerosi membri del suo seguito a confermare le dimissioni. Johnson ha però assicurato che intende mantenere la sua attuale posizione fino alle elezioni di un successore alla guida dei Tories.
Secondo il calendario ed i tempi del Parlamento, la svolta potrebbe esserci in occasione delle elezioni di ottobre e quindi dopo tutto il periodo estivo. Ma vediamo i dettagli del discorso di Johnson che ha rivelato di essere stato “costretto” a questa mossa.
Boris Johnson, la rivelazione sulle dimissioni: il suo discorso

Il noto portale ANSA ha riportato alcuni tratti salienti del discorso del primo ministro inglese che in merito alle sue dimissioni ha rivelato: “Lascio ma non avrei voluto farlo. In politica nessuno è lontanamente indispensabile. Il nostro sistema troverà un nuovo leader a cui io personalmente darò tutto il mio sostegno“. Una scelta quindi dovuta alle intenzioni del suo stesso partito deciso più che mai a trovare un sostituto.
Nel corso del suo discorso ha poi ringraziato il popolo inglese, ha rivelato di essere triste in quanto costretto a lasciare il lavoro più bello. Infine ha deciso di prendersi alcuni meriti e tra questi aver portato a compimento la Brexit ma soprattutto aver portato il paese ad essere tra i primi ad uscire dall’incubo del Covid-19. Una serie di successi secondo lui importanti ma che a quanto pare in questi anni non hanno convito i membri del suo stesso partito.
Al contrario in questi giorni numerosi suoi collaboratori si sono decisi ad affrontarlo. Alcuni si sono recati al numero 10 di Downing Street per invitarlo a lasciare il suo posto. Altri invece hanno scelto la via delle dimissioni, 60 nell’arco di pochissime ore secondo La Repubblica, per dimostrare il loro malcontento. Dettagli che hanno costretto quindi Johnson alla resa.
Un vero e proprio colpo di scena per lui che nel 2019 ha registrato un tasso di approvazione record in occasione delle elezioni. Fatali sono stati lo scandalo Partygate, feste organizzate nel periodo del lockdown, e la decisione di promuovere il deputato Pincher nonostante alcune accuse di molestie.