Se n’è andato Raffaele Cutolo, il fondatore delle Nuova camorra organizzata, che costruì un impero criminale, intessendo rapporti con la malavita lombarda e la Banda della Magliana.

Lo chiamavano il ‘Professore di Ottaviano’, anche se aveva solo la licenza elementare. Raffaele Cutolo è morto all’età di 79 anni. Fondatore della Nuova camorra organizzata, seppe costruire un impero criminale, assicurandosi il controllo del mercato della cocaina e dell’economia campana.
La carriera criminale di Cutolo assomiglia a un romanzo e non è un caso se nel 1986 abbia ispirato ‘Il camorrista’, film diretto da Giuseppe Tornatore. Nato a Ottaviano, da un mezzadro e una lavandaia, diede vita alla sua leggenda nel 1963, quando già capoclan uccise Mario Viscito, che si era permesso un apprezzamento di troppo nei confronti della sorella Rosetta, nella quale successivamente trovò un braccio destro affidabilissimo.
Catturato e condannato all’ergastolo nel carcere napoletano di Poggioreale, fece valere la sua forte personalità, arrivando a sfidare in duello il boss Antonio Spavone, gesto che lo rese beniamino e protettore dei detenuti. Nel 1970 fu scarcerato per decorrenza termini, e poi subito riarrestato nel 1971 e rinchiuso sempre a Poggioreale, dove fondò la Nuova camorra organizzata, conferendole una struttura piramidale.
Nel 1977 gli venne riconosciuta l’infermità mentale. Fu trasferito all’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, dal quale evase squarciando le mura dell’istituto con nitroglicerina. In quegli anni riuscì a tessere alleanze preziose con Renato Vallanzasca e Francis Turatello, massimi esponenti della malavita lombarda, e con la Banda della Magliana, che a sua volta seppe mettere le mani su Roma.
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Raffaele Cutolo: dall’alleanza con la Banda della Magliana all’intervista con Enzo Biagi

L’accordo tra Cutolo e la Banda della Magliana risale all’omicidio di Franco Nicolini, soprannominato ‘Franchino er Criminale’, che aveva il controllo assoluto delle giro delle scommesse all’ippodromo di Tor di Valle. Attività illegale sui cui avevano messo gli occhi i futuri padroni di Roma. La Banda uccise Nicolini dopo aver ottenuto l’autorizzazione di Raffaele Cutolo, appena evaso dall’ospedale psichiatrico di Aversa. Nel febbraio del 1978 il boss organizzò l’incontro in un albergo di Fiuggi con alcuni esponenti della Banda per stabilire un’alleanza.
I criminali della Magliana ottennero un canale preferenziale per l’approvvigionamento di droga da spacciare per le vie della capitale e Cutolo si assicurò referenti affidabili sulla piazza romana.
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In poco tempo ‘O professore immise per le strade della Campania fiumi di cocaina, riuscendo a penetrare tutti i settori economici della regione, grazie anche agli agganci politici. Ma oltre agli affari, Raffaele Cutolo seppe distinguersi anche nella creazione di un’ideologia tesa a giustificare la NCO.
Per averne un esempio basta guardare l’intervista rilasciata a Enzo Biagi nel 1986, in cui ribalta e accetta la definizione di camorrista, attribuendosi il merito di combattere a costo della vita per aiutare la povera gente, senza niente e vessata da ricchi e potenti, mirando a riscattare la dignità del popolo napoletano.
In realtà, dietro questa retorica che puntava a far leva sull’immaginario popolare, si nascondeva le ferocia necessaria al perseguimento di lauti guadagni attraverso il narcotraffico. Ma l’ascesa di Cutolo dovette confrontarsi con l’opposizione del Clan Nuvoletta di Marano che fondò la Nuova famiglia. La guerra tra i due clan insanguinò i primi anni Ottanta, lasciando sul campo centinaia di morti.
Nel maggio del 1979 Cutolo venne arrestato per l’ennesima volta. Da quel momento in poi non uscirà più dal carcere, assistendo alla progressiva e inesorabile caduta della NCO e subendo, a partire dal 1995, il regime del carcere duro che lo accompagnerà fino alla morte.