Lâiconico fischietto, che segna i tempi della partita e le azioni corrette da quelle non permesse, venne scoperto in un modo incredibile. Ecco la sua storia
Ruolo strano, quello del fischietto. Quando, in una partita di calcio, la squadra che stiamo tifando sta perdendo, speriamo che lâarbitro non lo usi mai e che quel tempo di recupero duri per sempre o, almeno, fino al momento in cui la nostra squadra riuscirĂ a fare un goal.
Se invece siamo in netto vantaggio, speriamo che il fischietto risuoni il piĂš presto possibile cosĂŹ da cristallizzare il risultato cosĂŹ comâè. Spesso e volentieri, poi, lâarbitro lo usa per segnalare scorrettezze o movimenti non accettati e, in quel caso, può scattare qualcosa a proprio vantaggio o svantaggio.
In ogni caso, il fischietto è fondamentale per lo svolgimento delle partite ed oggi non riusciremmo a concepire uno sport senza lâarbitro con in bocca questo strumento. La sua storia, però, ha dellâassurdo.
A tracciare la storia del fischietto è lo storico dello sport Arthur Swan, secondo il quale questo strumento venne inventato da William Harrington Atack (1857 â 1930), un arbitro di rugby neozelandese. Per secoli, infatti, i giochi con la palla come quelli nellâantica Cina, in Grecia e nellâantica Roma erano del tutto autogestiti. Anche in Inghilterra, nella prima metĂ dellâOttocento, gli incontri di rugby e quelli calcistici non avevano arbitri.
I primi comparvero verso il 1870: questi stavano a bordo campo e, per richiamare lâattenzione dei giocatori, urlavano: il risultato era una pressocchĂŠ totale perdita della voce ad ogni partita. William Atack, però, un giorno del giugno 1884, mentre arbitrava una partita, infilò una mano in tasca e trovò il fischietto che usava con i suoi cani. Provò quindi a usarlo per interrompere il gioco e la novitĂ conquistò subito tutti: lo strumento venne introdotto prima nel rugby e poi nel calcio.
Nel 1891, lâInternational Football Association Board definĂŹ quindi i compiti dellâarbitro, munendolo di fischietto e di taccuino. Ancora oggi, questo strumento è decisamente immancabile soprattutto nei campi di calcio: basta un solo fischio per fermare il gioco e per segnalare, a calciatori e tifosi, che câè qualcosa che non va. Dato il suo suono acuto e deciso, però, è anche usato nellâaddestramento degli animali e come gioco dai bambini, che si divertono ad imitare gli arbitri, dando regole e impartendo calci di rigore o di punizione.
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