Francesco Facchinetti compie un’ammissione decisamente controversa: a cuore aperto con i fan sul disturbo con cui lotta da anni.
Il conduttore e DJ Francesco Facchinetti deve la sua fama ad una hit estiva ampiamente inflazionata, che ne ha siglato il successo nel 2003, fruttandogli inoltre un doppio disco di diamante.
Si tratta ovviamente de “La canzone del capitano”, singolo che ha spianato la strada del performer sino a Sanremo, preparandolo anche a vestire i panni del conduttore in format come “X-Factor” e “Miss Italia”. Celebre anche per essere il figlio d’arte di Roby Facchinetti dei Pooh, il cantante ha conquistato negli anni il pubblico grazie alla sua simpatia spumeggiante e all’indole spontanea.
Il suo sorriso, però, nasconde la convivenza con un disturbo che da anni lo tormenta, e Facchinetti ha scelto di condividerlo in un podcast. L’intervista a Luca Casadei, infatti, ha svelato un lato dell’artista del tutto inedito…
Il cantante fronteggia da anni un disturbo della personalità, e ha raccontato senza filtri la sua esperienza ai microfoni di Luca Casadei nel podcast “One more time”.
Francesco Facchinetti ha ammesso, come riporta anche “Il Fatto Quotidiano”: “Mi definisco onnivoro, egocentrico e narcisista. Da un anno vado dalla psicologa, perché è ovvio che questo disturbo della personalità narcisista crea problematiche…”. Il cantante ha poi argomentato: “Non penso di aver risolto il rapporto conflittuale col denaro. Fin da piccolo volevo una sorta di riscatto sociale, conquistare cose. Negli ultimi 10 anni ho lavorato molte ore al giorno per comprarmi un quadro di Andy Warhol. Ogni giorno mi chiedevo: ‘Perché ti alzi?’, ‘Per comprare un quadro di Andy Warhol’, mi rispondevo.”
Francesco ha inoltre aggiunto: “Ogni tanto mia madre mi chiede: ‘Perché giri con una Rolls Royce da 3-400mila euro?’ , e io dico: ‘Lavoro tutto il giorno, se non avessi una Rolls non uscirei di casa. Perché devo avere attorno a me cose che mi rendono la giornata piacevole’. Sono cose materiali? Sì. È destabilizzante raccontarlo? Sì, ma mi rasserenano.”.
Con la consueta ironia, l’artista ha infine sdrammatizzato: “Non significa che se metto il mio sedere su una Panda muoio. Ma significa che se devo andare oltre il limite devo essere appagato..“.
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