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Smart Working, nuove regole dopo il 31 marzo: rivoluzione storica per i lavoratori

Published by
Arianna Evangelisti

Come cambierà lo Smart Working dopo la fine dello stato di emergenza. Si tratta di una rivoluzione storica per i lavoratori.

Smart Working (Getty Images)

Quasi la metà dei lavoratori vorrebbe continuare a svolgere la propria attività in Smart Working. Le linee guida ci sono già e si attende il 31 marzo, data in cui l’Italia uscirà presumibilmente dalla fine dello stato di emergenza. Vediamo cosa cambierà a partire da aprile.

Oltre all’allentamento delle misure restrittive che comprendono anche l’addio alle mascherine e al Green Pass, particolare attenzione è dedicata ai lavoratori dipendenti sia nel settore privato che pubblico. La vita degli italiani si è profondamente modificata negli ultimi due anni con l’inserimento, obbligato dalla pandemia, del cosiddetto lavoro agile. I datori di lavoro si sono dovuti adeguare alla gestione dei loro dipendenti da remoto.

Si stima che 1 lavoratore su 4 preferirebbe continuare ad offrire la sua prestazione in regime di Smart Working almeno 3 giorni a settimana. I lavoratori coinvolti dal lavoro flessibile durante la fase pandemica sono circa dieci milioni. Ormai la rivoluzione è stata avviata e l’Italia si appresta a smettere di essere il fanalino di coda dell’Europa, per quanto riguarda la percentuale del lavoro agile. Nel resto dell’Europa infatti questo regime lavorativo era già adottato ben prima della pandemia. Basti pensare alla Danimarca, paese nel quale i lavoratori da remoto sono il 37% dei dipendenti, rispetto al 7% dei nostri connazionali prima dell’avvento del Covid-19.

Smart Working: un accordo individuale tra azienda e lavoratore

Smart Working (Getty Images)

Lo Smart Working è dunque destinato a rimanere nelle nostre vite e sarà regolamentato da un accordo individuale tra azienda e lavoratore, esattamente come sta già accadendo nel settore della Pubblica Amministrazione. Dal 31 marzo si potrà aderire volontariamente al lavoro agile e l’accordo dovrà prevedere durata e alternanza tra lavoro in presenza e da remoto, le modalità di direzione e controllo da parte del datore, gli strumenti di lavoro e le condotte passibili di sanzione da parte del lavoratore.

A differenza di ciò che avviene nella Pubblica Amministrazione,  la prestazione potrà essere svolta anche con le attrezzature personali del lavoratore (pc, smartphone,ecc). Il sistema lavorativo cambia veste e diventerà ibrido, alternando la presenza sul luogo di lavoro e la stessa prestazione da remoto. Il lavoratore sarà comunque tenuto a rispettare i limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale previsti dal contratto collettivo nazionale.

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